Don. Miguel Ángel García

La GMG come esperienza sinodale di rinnovamento della Chiesa

Interrompere la vita di una città è sempre un atto straordinario. Riempire le strade di giovani provenienti da ogni angolo del mondo è un ricordo emozionante. Una Giornata Mondiale della Gioventù è questo e molto di più.

L’organizzazione di una GMG richiede letteralmente milioni di ore di lavoro, mettendo a disposizione dei giovani risorse di ogni tipo. Se porterà frutti spirituali proporzionati allo sforzo, ne sarà valsa la pena, il tutto per una ragione educativa, comunicativa, evangelizzatrice: lo scopo di un evento come questo è quello di presentare Gesù Cristo a moltissimi giovani, e di riuscire a far capire loro che seguire Lui è una via sicura per trovare la felicità.

È ai giovani che dobbiamo guardare in questi giorni con particolare predilezione e scoprire il segreto di un fenomeno sorprendente: nel mondo dei giovani è in atto una “rivoluzione silenziosa”, il cui palcoscenico più grande sono le Giornate Mondiali della Gioventù. Giovani che sollevano interrogativi tra i cristiani e non hanno paura di mostrarsi come tali, giovani che non vogliono farsi intimidire e tanto meno ingannare, giovani che portano l’entusiasmo e la passione per realizzare il cambiamento.

Questi incontri continuano a sorprendere sia all’interno che all’esterno della Chiesa. E sono l’istantanea di una gioventù, molto diversa da quella che alcuni propongono, assetata di valori, alla ricerca del senso più profondo della vita, con un desiderio di un mondo diverso da quello che abbiamo trovato al nostro arrivo.

Oggi, una percentuale significativa dei partecipanti alla GMG proviene da contesti familiari, sociali e culturali molto diversi. Molti di questi giovani pellegrini non hanno punti di riferimento cristiani nel loro contesto. In questo senso, la vita di molti di loro assomiglia al surf: non possono pretendere di cambiare l’onda, ma adattarsi ad essa per dirigere la tavola dove voglio che vada. Questi volti radiosi della Chiesa si svegliano ogni giorno con il desiderio di essere migliori seguaci di Gesù in mezzo ai loro familiari, amici e conoscenti.

 

I giovani hanno la forza di dare il meglio di sé, ma devono sapere che questo impegno è realizzabile, hanno bisogno della complicità degli adulti, devono credere che questa lotta non è né sterile né destinata al fallimento. Per questo motivo, le giornate sono un modo per far sperimentare ai giovani la sinodalità, lo stile particolare che caratterizza la vita e la missione della Chiesa. L’appartenenza alla loro comunità ecclesiale locale implica l’appartenenza a una comunità molto più grande e universale. Una comunità in cui c’è bisogno di tutti per “farsi carico del mondo”, giovani e meno giovani.

...le giornate sono un modo per far sperimentare ai giovani la sinodalità

A tal fine, è necessario coltivare alcuni atteggiamenti per questa nuova spiritualità sinodale. La GMG ci permette di:

– condividere le piccole storie di ciascuno, sperimentando il coraggio che ci vuole per parlare liberamente e portare in tavola conversazioni profonde che nascono dall’interno;

– imparare a crescere con gli altri e apprezzare il fatto che anche noi ci arricchiamo a vicenda, anche se a “velocità” diverse (stili, età, visioni, culture, doni, carismi e ministeri nella Chiesa);

– curare gli “spazi verdi comuni” per il nostro rapporto con Dio, frequentare il nostro legame con la fonte della vita, con Colui che si prende cura di noi, radicare la nostra fiducia e le nostre speranze in Lui, scaricare su di Lui le nostre preoccupazioni, in modo da poter “prendere in carico” la missione che Egli lascia nelle nostre mani;

– accettare e abbracciare la propria fragilità che ci collega alla fragilità del nostro mondo e della madre terra;

– essere una voce che si unisce a tante altre per denunciare gli eccessi che si stanno commettendo sul Pianeta e per intraprendere azioni comuni che contribuiscano alla nascita di una cittadinanza più responsabile ed ecologica;

– riorientare insieme i processi pastorali in una prospettiva più aperta e inclusiva, che ci renda pronti ad “andare incontro” a tutti i giovani là dove si trovano, e rendere visibile e reale il desiderio di essere una “Chiesa in uscita” che si avvicina a credenti e non credenti, e si fa compagna di viaggio per chi lo desidera o ne ha bisogno.

 

...la GMG ci permette di accettare e abbracciare la propria fragilità che ci collega alla fragilità del nostro mondo e della madre terra

In poche parole, una Chiesa sinodale che favorisce un cambiamento di cuore e di mente che ci permette di affrontare la nostra missione al MODO DI GESÙ. Un invito a sentire in noi il tocco e lo sguardo di Gesù che ci rende sempre nuovi.

  • Don. Miguel Ángel GarcíaConsigliere per la Pastorale Giovanile

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